Di cosa tratta il libro Come si fa una tesi di laurea di Umberto Eco? In questo articolo approfondiamo questo argomento.
Un libro intitolato “Come si fa una tesi di laurea” (Eco 1977) già esiste: lo ha scritto Umberto Eco nel lontano 19771 ed è una lettura che consiglio a chiunque stia per intraprendere un lavoro di tesi.
Umberto Eco ha scritto un libro estremamente gradevole, divertente, lucido; un po’ manageriale, da manager giovane e aggressivo, cui piacciono le cose ben fatte. Il libro insegna come si fa una tesi di laurea; ed è talmente accattivante, da far venir gola di laurearsi da capo. Eco ha un suo modo di sussurrare, raccontare, inventare le vie, le virtuose trame che consentono di scrivere una tesi che, a negargli ascolto, ci vuole protervia.
Questo è il più didattico dei libri di Eco ma anche il suo più personale. La contraddizione è apparente, poiché Eco insegna a fare ciò che più gli piace: scrivere libri. Ci ha preso gusto scrivendo la sua tesi di laurea, da cui è rampollata un’altra decina di volumi. Perché gli studenti dell’università di massa non potrebbero fare altrettanto? Ed ecco che egli li esorta a seguirlo: la guida alla tesi diventa un invito all’’imitatio econis. Per renderla più convincente, a un certo punto l’imitazione la fa lui: in vacanza nel Monferrato, si traveste da studente povero di provincia e va ad Alessandria per vedere di organizzare in quella biblioteca una tesi sul «Concetto di metafora nei trattatisti del Barocco italiano». Inutile dire che ci riesce egregiamente. Dunque tutti hanno nello zaino il bastone di maresciallo.
Eco è una guida eccellente per pazienza, chiarezza e precisione analitica, nonché per la passione che trasforma le ricerche bibliografiche in straordinarie avventure. Spiega tutto, fino alle virgole e ai margini, e ci si trova d’accordo con lui anche quando ha posizioni eterodosse (per esempio consiglia di mettere il titolo degli articoli tra virgolette e il nome della rivista in corsivo, mentre di solito le redazioni vogliono il contrario). In Italia libri simili non esistevano, ch’io sappia, neanche nelle forme meno brillanti che hanno all’estero. Questo è prezioso per chiunque abbia la disavventura di dover fare una tesi. Basta che non si spaventi per la troppa grazia, perché lo sterminato sapere e il funambolismo di Eco gli fanno citare centinaia di nomi e titoli dalle più svariate discipline, veri e immaginari, possibili e impossibili, Croce e Barbapedana, sicché il lettore si sente spesso sbalestrato dalla biblioteca di Alessandria in quella di Babele.