Come si fa una tesi di laurea in musicoterapia

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Come progettare una tesi di musicoterapia

 

La tesi

La fase finale del ciclo di studi musicoterapici si conclude normalmente con un elaborato

scritto: la tesi.

La tesi, non è una relazione qualsiasi, ma è una dimostrazione dell’efficacia

dell’argomento scelto dal candidato.

L’argomento da dimostrare

In primis l’esaminando deve quindi selezionare un argomento da trattare in sede di tesi.

La scelta dell’argomento della tesi deve essere ricercata tra i numerosi temi affrontati nel

corso degli studi o esperiti nell’esperienza di tirocinio.

Tra gli innumerevoli argomenti di interesse musicoterapico alcuni riguardano:

 il senso della dimensione emotiva in musicoterapia;

 il senso del musicale in musicoterapia;

 l’ascolto in musicoterapia;

 l’elaborazione di una ‘nuova’ metodica musicoterapica;

 la ricerca della dimensione terapeutica in un’attività musicale;

 l’efficacia di un’esperienza musicoterapica;

 il significato della dimensione epistemologica in musicoterapia.

IL PROGETTO DELLA TESI

Il titolo

Scelto l’argomento, il candidato inizia ad elaborare il progetto di tesi, ricercando il titolo

(es. La musica non è terapeutica in sé, ma quella ‘giusta’… sì. Riflessioni in merito ad un

trattamento musicoterapico di autismo) che, di fatto, è la sintesi della tesi.

Se la tesi è una dimostrazione, è naturale quindi porsi questa domanda: «Che cosa

voglio dimostrare con questa tesi?»

La struttura della tesi

Dopo aver risposto al cruciale quesito, si elabora la struttura della tesi:

 indice;

 premessa, in cui il candidato spiega il senso generale del proprio lavoro;

 argomento da dimostrare con la propria tesi (es. l’adozione del musicale

appartenente alla persona autistica può favorire la nascita del processo

musicoterapico relazionale);

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 ragionamenti a favore della propria tesi (es. le fasi adottate per conoscere il

musicale adatto a favorire la nascita del processo musicoterapico);

 considerazioni applicative a sostegno della tesi desunte dall’esperienza

diretta (es. la conoscenza dell’altro mediante la musica ascoltata e realizzata. La

scoperta di eventi musicali che favoriscono la nascita della relazione

musicoterapica. Rappresentazioni semigrafiche, problemi e scelte. Percorsi di senso

del musicale vissuto e condiviso);

 conclusioni, ossia le riflessioni generali inerenti l’argomentazione proposta

(es. rilettura dell’argomento trattato, dimostrando se il candidato sia riuscito a

provare la validità dell’argomentazione iniziale, indicando altresì le ricadute umane,

sociali e professionali delle persone coinvolte nell’esperienza considerata);

 bibliografia;

 discografia;

 sitografia.

Da evitare

Nell’elaborazione della tesi è bene fare scelte chiare e precise evitando di riportare

decine di pagine, perlopiù scaricate da siti internet, concernenti una particolare

diagnosi patologica o inerenti alle teorie musicoterapiche di riferimento scelte

poiché, di fatto, sono sufficientemente note. Meglio essere sintetici.

COPIARE PEDISSEQUAMENTE UN CONTRIBUTO ALTRUI È PLAGIO

PER CUI È BENE EVITARE.

Nella tesi non è consentito riportare stralci delle cartelle cliniche delle persone coinvolte

ed eventuali contenuti (es. estratti video, fotografie, ecc.) perché quanto citato soggiace alla

legge della privacy.

Si consiglia di evitare l’adozione di e-book privi di numeri di pagina in quanto è

impossibile risalire all’eventuale citazione bibliografica. Al fine di risolvere il citato

problema è consigliato l’utilizzo della versione cartacea del testo considerato.

Da inserire assolutamente

Nella tesi è opportuno:

 chiarire la scelta del riferimento musicoterapico considerato;

 riportare a piè pagina la citazione del sito che tratta approfonditamente la

diagnosi patologica presa in esame;

 concentrarsi sulla disanima dei contenuti trattati, utilizzando le eventuali

citazioni degli autori come supporto delle proprie argomentazioni, evitando che

diventino il fine del proprio discorso;

 scrivere i nomi propri delle persone coinvolte, evidenziando con chiarezza (in

grassetto) che si tratta di denominazioni di fantasia, in ottemperanza della legge

della privacy, omettendo, ovviamente, i cognomi;

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 riportare nomi e cognomi dei professionisti coinvolti nel processo musicoterapico

considerato solo se si è in possesso della loro autorizzazione scritta;

 riportare sempre tra virgolette le citazioni degli autori considerati, scrivendo a piè

pagina la citazione bibliografica completa;

 elaborare una biblio-sito-discografia chiara e congruente con quella proposta nelle

note a piè pagina.

Alcuni frequenti errori d’ortografia da evitare… assolutamente

Quando si scrive una relazione, si consiglia vivamente di porre attenzione:

 all’allineamento del testo che è, perlopiù, “giustificato”.

 agli apostrofi ’ che oggi, con l’avvento di internet, in alcuni programmi di video

scrittura, sono sostituiti da questa virgoletta indifferenziata ‘ a un apice. Questa

disattenzione può essere intesa come un errore ortografico da correggere,

ovviamente;

 alle citazioni, prestando molta attenzione al tipo di virgolette che utilizziamo.

Quelle corrette sono codeste “ ” mentre quest’altre ” ” sono le virgolette

indifferenziate a due apici, ovviamente da evitare;

 ai puntini di sospensione … che sono sempre tre e non quattro, cinque o a

piacere;

 agli elenchi da redigere come questo;

 alle è maiuscole che si scrivono… così È e non così E’.

La citazione bibliografica a piè pagina

Nel riportare la citazione a piè pagina è corretto scrivere con chiarezza il riferimento

bibliografico completo anche del numero di pagina, come ad esempio:

 Bonardi G., Dall’ascolto alla musicoterapia, Progetti Sonori, Mercatello sul

Metauro (PU) 2007, p. 12.

La bibliografia

Nella bibliografia vengono riportati solo i testi citati a piè pagina, scritti in ordine

alfabetico e privi del numero di pagina come ad esempio:

 Agostino, Ordine, musica, bellezza, a cura di M. Bettetini, Rusconi, Milano 1992.

 Alighieri D., Paradiso, XXXIII, 82-90, versione a cura di Bosco U. e Reggio G., Le

Monnier, Firenze 1983.

 AA.VV., Storia della psicologia, a cura di P. Legrenzi, Il Mulino, Bologna 1982.

 Bonardi G., Dall’ascolto alla musicoterapia, Progetti Sonori, Mercatello sul Metauro

(PU) 2007.

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I riferimenti sitografici

Alcuni esempi:

 Ascolto, Dizionario di musicoterapia, a cura di Giangiuseppe Bonardi, 6 dicembre

2014, MiA, Musicoterapie in Ascolto, p.

10, http://musicoterapieinascolto.com/ebook/184-dizionario-di-musicoterapia-a-

cura-di-giangiuseppe-bonardi

 Bonardi Giangiuseppe, Radici e nutrimenti, 4 novembre 2015, MiA, Musicoterapie

in Ascolto, http://musicoterapieinascolto.com/trance-estasi-e-musicoterapia/359-

bonardi-giangiuseppe-radici-e-nutrimenti

 Estasi, Wikipedia, l’enciclopedia libera, https://it.wikipedia.org/wiki/Estasi

La citazione sitografica riportata è completata con l’indirizzo URL dell’articolo preso in

esame. Cliccando sul titolo dell’articolo, in alto, nella barra dove abitualmente compare, in

apertura del collegamento internet, il motore di ricerca, si ottiene l’indirizzo URL del

contributo scelto. È necessario riportare anche l’indirizzo URL dell’articolo poiché è l’unico

modo per poter accedere al contributo citato. Se si vuole essere ancor più precisi è bene

prendere nota della data e dell’ora di consultazione dell’articolo preso in esame.

I riferimenti audiografici

Con la stessa cura avuta nel riportare le citazioni sitografiche, si procederà all’elaborazione

delle citazioni discografiche, come ad esempio… queste:

 Summertime, Ella Fitzgerald & Louis Armstrong – Summertime – with

lyric, https://www.youtube.com/watch?v=lnXLVTi_m_M

 I musico terapeuti del Salento, https://www.youtube.com/watch?v=5JDDeWWy49U

I riferimenti videografici

Esempi:

 Carli Giavanni, “The book of love”,

 Giovanni Carli, Pace, https://www.youtube.com/watch?v=5x3e3SmwXP8

 


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